di Marina Crisafi - E' stato pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale per entrare subito in vigore il c.d. decreto fiscale (n. 193/2016 qui sotto allegato) contenente tutta una serie di importanti interventi per i contribuenti: a partire dall'addio ad Equitalia sino alla rottamazione delle cartelle e alla nuova stretta sull'Iva. A saltare, invece, come già annunciato dall'esecutivo nei giorni scorsi, è la nuova normativa sugli studi di settore che dovrebbe trovare spazio direttamente nella legge di bilancio.
Il provvedimento, parte integrante della manovra, dovrebbe garantire all'erario, secondo le stime, oltre 4,26 miliardi di entrate.
Ecco i principali punti del decreto:
Addio ad Equitalia dal 1° luglio
Il più volte annunciato addio alla società di riscossione è diventato realtà. Il decreto, all'art. 1, fissa al 1° luglio 2017 la soppressione di Equitalia e la coeva cancellazione d'ufficio di tutte le società del gruppo con l'affido dell'attività di riscossione nazionale al nuovo ente pubblico economico denominato "Agenzia delle Entrate-Riscossione" sottoposto all'indirizzo e alla vigilanza del Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Lo statuto del nuovo ente, interno all'Ade, che subentra a titolo universale in tutti i rapporti giuridici attivi e passivi anche processuali delle società del gruppo Equitalia sarà approvato con decreto del presidente del Consiglio ed entro il prossimo 30 aprile (sempre con Dpcm), l'ad di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini sarà nominato commissario straordinario.
I maggiori poteri del nuovo ente di riscossione
L'art. 3 del decreto fiscale, rubricato "potenziamento della riscossione", stabilisce che a decorrere dal 1° gennaio 2017, l'Agenzia delle Entrate, potrà estendere l'utilizzo di tutte le banche dati in proprio possesso e delle informazioni alle quali è autorizzata ad accedere anche ai fini dell'attività di riscossione nazionale.
L'Ade potrà, inoltre, accedere, direttamente in via telematica, alle banche dati dell'Inps, al fine di acquisire le informazioni relative ai rapporti di lavoro o di impiego e utilizzare i dati per i propri compiti di istituto.
Sanatoria dei debiti
Il decreto legge introduce la nuova edizione della rottamazione delle cartelle
sancendo che il contribuente potrà aderire alla sanatoria entro 90 giorni per qualsiasi pendenza aperta (non solo con Equitalia ma per tutte le cartelle esattoriali), ivi compresa l'Iva (a eccezione di quella d'importazione) e le multe per violazioni al codice della strada che tante polemiche hanno scatenato nei giorni scorsi, con la cancellazione degli interessi e delle somme aggiuntive ma con il permanere della sanzione di base prevista per l'infrazione.La norma riguarda i ruoli relativi agli anni 2000-2015 e sarà accessibile su semplice richiesta del contribuente, da presentare entro il prossimo 22 gennaio (90 giorni appunto dall'entrata in vigore del decreto) e l'Agenzia delle Entrate avrà 180 giorni in tutto per ricalcolare il debito dovuto.
Il risparmio è notevole e può arrivare fino al 35%, visto che l'accesso alla sanatoria cancellerà sanzioni, interessi di mora e somme aggiuntive dovute. Rimane da pagare, invece, l'aggio della riscossione e le spese di notifica e per le procedure esecutive.
Sarà possibile aderire anche per chi ha già in corso una rateizzazione con Equitalia (a condizione che vengano saldate le rate dovute entro il 31 dicembre), e il pagamento potrà essere dilazionato fino a quattro rate. Il mancato, insufficiente o tardivo pagamento determinerà però la decadenza dall'accesso al beneficio.
Le semplificazioni e la stretta sull'Iva
L'art. 4 del decreto sancisce dal 1° gennaio prossimo l'obbligo delle comunicazioni periodiche trimestrali Iva delle fatture emesse e ricevute e dei dati contabili delle liquidazioni dell'imposta. I dati saranno inviati telematicamente e in forma analitica secondo le modalità affidate ad un provvedimento del direttore dell'Agenzia delle Entrate.
Ai soggetti che dovranno adempiere ai nuovi obblighi è riconosciuto, per l'adeguamento delle tecnologie, un credito d'imposta una tantum pari a 100 euro, cui se ne aggiunge uno ulteriore di 50 euro per l'invio dei dati.
Il successivo art. 5 del decreto sancisce espressamente che le dichiarazioni dei redditi, dell'Irap e dei sostituti d'imposta potranno essere rettificate, a favore dei contribuenti, anche dopo il termine di presentazione dell'anno successivo e l'eventuale credito d'imposta che dovesse emergere dalla rettifica potrà essere portato in compensazione.
I fondi sbloccati
Il decreto legge sblocca infine un nutrito pacchetto di finanziamenti, a partire dalla dotazione di 895 milioni di euro (da subito) per il fondo di garanzia per le Pmi (più 100 milioni a valere sugli stanziamenti del programma operativo nazionale "Imprese e competitività 2014-2020" nel 2017) sino ai circa 600 milioni per gli ammortizzatori sociali e agli oltre 700 milioni per il trasporto ferroviario.
Seicento milioni di euro, infine, vengono dati ai Comuni per la gestione dell'emergenza migranti per il 2016.
Rientro dei capitali esteri
Il decreto fiscale riapre i termini della procedura di collaborazione volontaria (la c.d. voluntary disclosure) per favorire il rientro dei capitali detenuti all'estero. L'obiettivo emersione, a partire dalla data di entrata in vigore del decreto (cioè da ieri) e sino al 31 luglio 2017, è del tutto simile alla precedente versione, con un'unica importante eccezione: i contribuenti potranno calcolare da soli e versare spontaneamente le somme dovute entro il 30 settembre 2017, a pena di sanzioni (in caso di calcoli sbagliati).
Analogamente alla precedente edizione della voluntary, inoltre, c'è la possibilità di sanare i contanti contenuti in cassette di sicurezza e casseforti. E' saltata però l'idea di consentire un pagamento a forfait del 35%. Le somme emerse saranno tassate, pertanto, in base all'aliquota applicata di regola nelle dichiarazioni dei redditi.
Il testo del c.d. decreto fiscale
• Foto: 123rf.com